La democrazia è, per l’uomo moderno, un valore indiscusso: tranne rare eccezioni, nessun uomo
politico, nessun cittadino negherebbe di essere democratico e di voler rispettare le regole della
democrazia. Sembra quasi che questa forma di governo sia valutata come l’unico modo dignitoso
di vivere insieme.
Nell’antichità non era così e i critici della
democrazia erano numerosi: essa era ritenuta uno dei vari modi di governo della
polis, non l’unico né il migliore.
(A. Giardina)
Esponi le tue riflessioni in merito alle differenze della democrazia degli antichi e quella dei moderni.
LA DEMOCRAZIA DEGLI ANTICHI E DEI MODERNI
RispondiEliminaIl termine democrazia deriva da demos , “popolo”, e kratos, “potere”, ossia “il governo del popolo”. La democrazia nasce ad Atene nel 508 a.C. e il suo “ideatore” fu il nobile e politico Clistene. Ad Atene i diritti politici spettavano a tutti coloro che godevano della cittadinanza, cioè i figli maschi di padre ateniese che avessero compiuto 18 anni e avessero prestato almeno due anni di servizio nell’esercito. Dai diritti politici erano esclusi le donne, gli stranieri residenti e gli schiavi. Nello stato ateniese non esisteva una divisione dei poteri come viene intesa oggi. Erano infatti direttamente i cittadini a svolgere tutte le funzioni pubbliche (legislative, nell’assemblea ekklesía; di governo, nella bulé o Consiglio dei Cinquecento; giudiziarie, nel tribunale popolare eliea). Quella ateniese era una democrazia diretta. Ogni cittadino poteva parteciparvi. L’assemblea del popolo interveniva su ogni decisione e mai vi avrebbe rinunciato, perché la libertà, il bene più importante, era inteso come possibilità di partecipare, in prima persona, alla politica decisionale della polis, la Città-Stato.
Anche ai nostri giorni un diritto fondamentale nelle nostre democrazie, al quale nessuno di noi sarebbe disposto a rinunciare, è la libertà di parola. La nostra, inoltre, è una democrazia rappresentativa o delegata, in cui il popolo esercita la propria sovranità eleggendo suoi rappresentanti nelle istituzioni, come il Parlamento Italiano, Europeo o il Consiglio Comunale. La democrazia diretta ateniese fallì anche per alcuni lati oscuri. Era affare esclusivo di un ridotto numero di cittadini maschi adulti ed in più la splendente polis democratica esercitava una spietata politica imperialistica. L’opinione del popolo che poteva esprimersi, e questo è fuor di dubbio, liberamente in assemblea, era condizionata o da correnti di pensiero aristocratico che agivano in modo occulto o da persone dotate di abilità oratoria al di sopra della norma, che in genere provenivano da un mondo aristocratico e la cui opinione diveniva predominante. La maggioranza in effetti non decideva nulla, ma aveva solo una sembianza decisionale illusoria, perché in realtà a farlo erano come sempre, i vecchi aristocratici che mai avevano abbandonato il potere e che solo, ritirandosi nell’ombra, avevano preferito esercitarlo in modo più sottile.
Anche in età contemporanea a comandare in realtà sono gruppi di potenti che assumono nomi e fini diversi, ma che si indirizzano verso scopi che spesso poco c’entrano con l’interesse comune. Oligarchie, lobbies come si chiamano oggi, che pur lasciando la maggioranza nell’illusione di poter contare qualcosa e di decidere per il proprio futuro, sono in realtà disposte a fare gli interessi solo della loro parte, oggi come un tempo antico. E meno che mai identificano l’ideale da ottenere nel bene comune. Da parte del singolo si assiste poi ad un voto clientelare, basato sul principio del “do ut des “(locuzione latina che vuol dire “do affinché tu dia” ).
Quello che ci auguriamo è che la maggioranza dei cittadini sappia uscire dal senso di apatia per recuperare una partecipazione più attiva alla vita pubblica. E non sarebbe poco se i cittadini attivi fossero in maggior numero di quelli passivi, rassegnati o distaccati dal mondo politico. Anche in questo noi giovani dobbiamo essere più consapevoli dell’importanza della libertà e della democrazia, faticosamente conquistate dai grandi del passato che hanno dato anche la vita in nome dei principi fondamentali che hanno trovato poi il loro pieno valore nella Costituzione, la legge fondamentale dello Stato italiano, in vigore dall’ 1 gennaio del 1948
ROSSOIS020
DEMOCRAZIA : IERI E OGGI
RispondiEliminaLa democrazia è figlia della civiltà greca, come ci indica il nome stesso: da demos, “popolo”, e kratos, “potere”= “il governo del popolo”.
Più in particolare, la democrazia nacque ad Atene nel 508 a.C. e il suo “inventore” fu il nobile e politico Clistene.
Gli stessi ateniesi usavano, però, con molta parsimonia la parola “democrazia”, preferendo parlare, invece, di isonomìa (uguaglianza di diritti e doveri di fronte alla legge) .Inoltre, gli avversari della democrazia ateniese sostenevano che in essa non si realizzasse la piena libertà, ma l’esatto contrario, perché lo strapotere del demos, il popolo, guidato da abili e spregiudicati “capipopolo” (i demagoghi ), finiva per esercitare una sorta di tirannia.
Le principali differenze tra la democrazia come la intendiamo noi oggi e quella esercitata in tempi passati erano:
-ad Atene i diritti politici spettavano a tutti coloro che godevano della cittadinanza, cioè i figli maschi di padre ateniese che avessero compiuto 18 anni e avessero prestato almeno due anni di servizio nell’esercito. Dai diritti politici erano esclusi le donne, gli stranieri residenti (i meteci) e gli schiavi;
-quella ateniese era una democrazia diretta, in cui i cittadini esprimevano direttamente la propria volontà nell’assemblea, l’ekklesía. La nostra è una democrazia rappresentativa o delegata, in cui il popolo esercita la propria sovranità eleggendo suoi rappresentanti nelle istituzioni, come il Parlamento o il Consiglio comunale;
-nello stato ateniese non esisteva una divisione dei poteri. Erano infatti direttamente i cittadini (scelti per sorteggio in liste di volontari) a svolgere tutte le funzioni pubbliche (legislative, nell’assemblea [ekklesía]; di governo, nella bulé o consiglio dei Cinquecento; giudiziarie, nel tribunale popolare [eliea]).
Tuttavia, nonostante tutte queste precisazioni e distinzioni, possiamo pensare alla democrazia ateniese come a qualcosa che appartiene alla nostra storia e alla nostra identità di cittadini delle democrazie contemporanee.
ROSSOIS013